Instabilità -Instability
Esistono diverse classificazioni sull’instabilità di spalla (Rockwood – 1979; Matsen – 1989; Gerber – 1998) ma senz’altro in ambito riabilitativo quella più diffusa è quella di Stanmore pubblicata da Lewis A. nel 2004. Essa, utilizzando il modello del triangolo, identifica 3 gruppi ben distinti anche se in realtà esistono dei sottogruppi che evidenzia un continuum, dove l’evoluzione della patologia può portare dei cambiamenti in ogni direzione (1).

Nei casi di instabilità:
- Polar type I: instabilità traumatica strutturale. Vista l’alta probabilità (88-95%) di recidiva dopo un primo evento acuto nei soggetti giovani e sportivi il primo approccio terapeutico è la chirurgia di stabilizzazione (Bankart, Latarjet open o artroscopica) onde permettere al paziente di riprendere le attività ai livelli precedenti, ma nel caso in cui il chirurgo decidesse di non operare o il paziente di non essere operato il tentativo conservativo è possibile utilizzando il programma di esercizio SINEX (Shoulder Instability Neuromuscular Exercise) che si è dimostrato efficace nel trattamento dell’instabilità traumatica anteriore (2).
- Polar type II: instabilità atraumatica strutturale. In questo caso la chirurgia non è indicata come primo approccio terapeutico perché l’instabilità si sviluppa nel tempo, tante volte a causa dei movimenti ripetuti nei gradi estremi del range articolare su una base ipermobilità o lassità capsulare, di conseguenza la terapia conservativa intesa come programma riabilitativo ha un ruolo primario. Il type II comprende l’instabilità anteriore, posteriore e multidirezionale (MDI). Esistono diversi programmi di esercizi riproducibili a seconda del tipo di instabilità: Rockwood program (3), Derby Shoulder Instability Program (4) e il Watson program (5).
- Polar type III: instabilità atraumaica non strutturale. In questo caso un alterato pattern di contrazione muscolare provoca l’instabilità che nella maggior parte dei casi e posteriore (6). Gli stessi programmi di esercizi precedenti vengono utilizzati in questi casi e in più l’uso del “Shoulder Pacemaker” può rendersi utile anche se è ancora in fase sperimentale (7).
Bibliografia
- Lewis A, Kitamura T, Bayley JIL. Mini symposium: shoulder instability (ii). The classification of shoulder instability: new light through old windows! Curr Orthop 2004;18:97–108.
- Eshoj H. et al. Neuromuscular exercise improve shulder function more than standard care exercises in patients withtraimatic anterior shoulder dislocation. A RCT. The Orthopaedic Journal of Sports Medicine 2020. 8(1). DOI:10.1177/2325967119896102.
- Burkhead Jr WZ, Rockwood Jr CA. Treatment of instability of the shoulder with an exercise program. J Bone Joint Surg Am. 1992;74(6):890e896.
- Bateman M. et al. Physiotherapy treatment for atraumatic recurrent shoulder instability: Updated result of the Derby shoulder instability rehabilitation programm. Journal of Arthroscopy and Joint Surgery 6 (2019) 35e41
- Watson L, Balster S, Lenssen R, Hoy G, Pizzari T. The effects of a conservative rehabilitation program for multidirectional instability of the shoulder. J Shoulder Elbow Surg. 2017;27(1):104e111
- Jaggi A, Lambert S (2010) Rehabilitation for shoulder instability. Br JSportsMed44:333–340
- Moroder P. et al. Use of shoulder pacemaker for treatment of functional shoulder instability. Obere Extremität 2017;12:103–108. DOI 10.1007/s11678-017-0399-z